Il trekking per noi di Pesaro Challenge è un simbolo: sport e natura, salute e ambiente… tutto questo si ritrova all’interno di una passeggiata (più o meno complicata) tra i fantastici paesaggi che il nostro territorio offre.
Una meravigliosa esperienza che siamo riusciti a realizzare l’anno scorso grazie agli amici dell’associazione Lapallarotonda.
Per questo abbiamo voluto intervistare Daniele Grassetti, che da ormai più di un anno è in cammino per percorrere 10.000 km e visitare a piedi tutta l’Europa.
Daniele ha 40 anni (compiuti in cammino) ed è il presidente dell’associazione sportivo-culturale Lapallarotonda che si occupa di inclusione sociale anche, e soprattutto, attraverso le camminate, a partire da quelle facili (adatte a tutti) dove, grazie all’aiuto delle cooperative, coinvolgono migranti e persone con problemi psicologici. Oltre a questo, ovviamente, la loro associazione svolge anche camminate più complicate, ovvero da montagna. Ma parliamone con lui…
Come nasce questa passione per il trekking?
“Ho iniziato facendo il cammino di Santiago nel 2011, da lì però sono stato fermo per 5-6 anni fino a che una volta, per provare, abbiamo organizzato una camminata dove far venire i bambini e quell’esperienza mi è piaciuta tantissimo. Così abbiamo replicato il tutto con gli adulti (che è stata altrettanto soddisfacente) e da lì è partita questa passione che mi ha portato sempre più nel mondo delle escursioni e delle camminate per conoscere mondi e boschi. Di fatto normalmente almeno 2-3 volte a settimana faccio trekking, eccezion fatta per questa sfida da 10.000 km che mi vede in cammino da 13 mesi senza sosta”
13 mesi in cammino? Ho sentito bene?
Si, sono partito a fine maggio dell’anno scorso ed ho ancora 1.600 km di cammino da fare.
L’idea era nata quasi per scherzo durante il look-down per staccare un po’ la mente e quindi ho iniziato a guardare le mappe d’Europa per creare un mio cammino ideale che poi, come sempre capita, ho stravolto.
Ho fatto un po’ di conti ed ho visto che facendo qualche lavoretto extra potevo riuscirci economicamente e così ho intrapreso questa fantastica esperienza.
Poi, una volta che tornerò a casa vorrei unire questo viaggio, anche grazie alla cooperativa Alfa, al discorso mentale e sociale presentandolo in vari progetti scolastici o durante qualche festival.”
Dove ti ha portato questo percorso?
“Un po’ ovunque per l’Europa. Al momento sono stato in Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo ed ora le prossime tappe saranno Belgio, Olanda, Lussemburgo, Svizzera, le Alpi e poi finalmente casa.”
Meraviglie e delusioni di quest’esperienza?
“La cosa più bella, dal punto di vista paesaggistico, l’ho vista quasi per caso. Ero in Svizzera e non sapevo dove dormire, così ho riposato in un campeggio decidendo che mi sarei svegliato prestissimo per salire su un monte lì vicino e, una volta in cima, ho visto questo panorama stupendo col sole che spuntava sul lago.
Per quanto riguarda le delusioni, a livello paesaggistico non ne ho avuto. L’unico appunto è che mi aspettavo di incontrare molti più animali selvaggi e invece ne ho visti davvero pochi. In Slovacchia tutti ad esempio mi dicevano di fare attenzione agli orsi ma non ne ho visto nessuno. Ad un certo punto, durante una tormenta di neve mi era sembrato di vederne uno da lontano ma in realtà non era così. Questa è forse l’unica delusione.”
Come si affronta un simile viaggio?
“Tra tutte le cose la preparazione fisica è forse la meno importante visto che si fa strada facendo. Ci vuole forse più preparazione mentale (ma nemmeno troppa). Ero pronto a momenti di crisi psicologici ma non ne ho avute. Ad alcuni potrebbe spaventare la solitudine ma io, per fortuna, già di mio l’affronto bene.
La parte più complicata è sicuramente la logistica: puoi provare a farla da casa ma anche lì, alla fine, come la preparazione fisica, la fai sul campo e ti diventa un vero e proprio lavoro da fare mentre sei in viaggio.
Cosa consigli a chi vuole intraprendere questo tipo di esperienze?
“Bisogna essere motivati e avere la voglia di farlo. La barriera economica non è uno scoglio da porsi. Io ad esempio ho realizzato che potevo far molte più cose in tenda purtroppo me ne sono reso conto solo dopo. Ed una volta iniziato non si vuol tornare più indietro. lo più lo faccio e più mi sembra normale… sto già pensando a cose ancora più impegnative!”