Paolo Vannini, per tutti “Vanno”, è pesarese che ha reso possibile portare il mondo del baseball a Pesaro Challenge. Vanno è responsabile del settore giovanile del Baseball Club Pesaro, delegato regionale per la FIBS e referente scolastico per tutta la regione Marche, nonché coach della nazionale italiana di baseball 5. La sua tessera, come tecnico, nel mondo del baseball marchigiano è la numero 31, il suo primo esame risale al 1981.
Il profilo perfetto quindi per raccontarci del mondo del baseball sul nostro territorio e in Italia.
Partiamo infatti proprio da questo… qual è la situazione del baseball sul nostro territorio (locale e nazionale)?
A livello locale stiamo scontando i due anni di post pandemia come ogni altro sport. Anche se noi durante la pandemia siamo stati gli unici, assieme al tennis, che hanno potuto fare i campionati perché fino a ultimo dpcm di Draghi non eravamo considerati sport di contatto.
A livello italiano noi, come movimento del baseball, abbiamo puntato molto sulle scuole, con progetti e programmi, per coinvolgere i ragazzi (magari in modo semplificato per far comprendere intanto l’etica del gioco).
A livello regionale, reduci dal torneo delle regioni della settimana scorsa, le società lavorano bene, stiamo però soffrendo il gap generazionale e la poca visibilità.
C’è da dire però che finalmente il baseball è tornato nei campionati studenteschi. Due settimane fa infatti si sono svolti i giochi studenteschi (anche se in quel caso si è trattato di baseball 5, B5).
Purtroppo soffriamo della mancanza di visibilità. Ci basiamo su Fibs Channel TV, un canale youtube gestito dalla federazione, ma non abbiamo spazio su sky o altre tv private se non quando si parla di macro eventi e su questo aspetto la Federazione è impegnata per migliorare la visibilità della disciplina.
Anche perché a livello europeo, per dire, l’under 12 (quindi i 2011-2012 di oggi) è stata per 6 anni consecutivi campione d’Europa. Quindi è un movimento che sta iniziando ad avere radici solide che sarebbe giusto mostrare e valorizzare il più possibile.
A te invece? Com’è nata questa passione?
Per curiosità. Quando avevo 12 anni, volevo prendere in giro mio fratello che ci stava giocando. Io all’epoca facevo judo e un giorno portarono il baseball a scuola, così ho iniziato a praticarlo e sono finito con il dividermi tra i due sport: judo d’inverno e baseball in primavera. Poi alla fine è diventata la mia passione principale, ho fatto tutto in questo mondo: giocatore, allenatore e dirigente. Come presidente del Baseball Club Pesaro sono anche riuscito a portare 4 partite del campionato del mondo qui in città nel 1988 ed è stato un fatto, perché mai una società di serie C in Italia ha ospitato un simile evento. Tutto ciò è stato fondamentale per “rivitalizzare” il movimento del Baseball Pesarese con il rifacimento del campo alle 5 torri portandolo a norma internazionale anche se poi, dal 1988 ad oggi non è stato più toccato ed ora, con il comune di Pesaro e i fondi del Pnrr prende nuovamente vita con un ammodernamento. Di fatto si realizza una vera e propria cittadella dello sport con la dominante del Baseball.
Anche perché attualmente la squadra milita in serie C in testa alla classifica con giocatori tutti “made in Pesaro” frutto del nostro vivaio. Quindi riteniamo sia importante dar valore ad una passione che nasce, cresce e si sviluppa sul nostro territorio.
E a Pesaro Challenge come ci siete arrivati?
Beh siamo arrivati prima ancora che si chiamasse Pesaro Challenge. All’epoca era ancora “attacco al centro”, parliamo del 2017. Il buon Francesco Troiani aveva avuto questa bellissima idea di portare lo sport in piazza del popolo… tutti gli sport! E quindi anche noi. Così abbiamo portato un “tunnel pneumatico” dove far provare le battute di baseball ai ragazzi.
Voglio dare un gran merito a Francesco, è stato davvero lungimirante. Ha dato vita ad un evento che mostra alla città il 99,99% delle offerte sportive del nostro territorio ed è quello di cui i più piccoli hanno bisogno oggi, ovvero della multisportività. A Pesaro Challenge possono conoscere tutti gli sport, anche quelli “di nicchia” e praticarli tutti, anche perché alcuni possono essere frequentati contemporaneamente, come facevo io alternando Judo e Baseball ai miei tempi. Lo dico spesso ai genitori che per me va bene anche vedere il ragazzo allenarsi una sola volta a settimana se durante l’anno pratica un altro sport, tanto il nostro campionato inizia dopo Pasqua (quando solitamente gli altri finiscono).
Novità per quest’anno all’evento?
Ho proposto a Francesco di fare un torneo solo per gli studenti durante Pesaro Challenge. Un torneo di baseball 5. Ogni squadra ha 8 giocatori (4 femmine e 4 maschi), di cui 5 in campo dove 2 devono essere dello stesso sesso. Il campo è più piccolo di un normale campo da baseball (si parla infatti di un 20mx20m), il gioco è più rapido, risulta molto inclusivo e una partita dura 15-20 minuti al massimo (mentre il Baseball ha tempi decisamente più lunghi). Cosa importante è che il Baseball 5 “lo puoi giocare ovunque”. L’idea sarebbe quella un torneo che possa coinvolgere tutti, bambini, adulti, anziani… vogliamo che giochino tutti con noi, anche gli spettatori. Così potranno comprendere quanto questo sport sia bello e divertente.
Grande Vanno. Punto