A Pesaro Challenge lo sport è al centro del villaggio, non poteva quindi mancare Sport Village, società sportiva made in Pesaro che si occupa di attività sia per bambini che adulti e che offre un servizio a 360° per tutte le attività: scuola di nuoto, campo estivo e neonatale, corsi posturali in acqua e a terra (sia per giovani che per adulti), o corsi di fitness, wellness, palestra e tanto altro ancora.
Non a caso la loro realtà, attiva dal 2013, è frequentata da circa 5000 persone durante l’anno.
Anche se Sport Village non è solo piscina, si può dire che è il vostro marchio di fabbrica?
Certamente, la piscina infatti c’è sempre stata. La differenza però tra la passata gestione e quella attuale è che prima per tutti eravamo “la piscina del Parco della Pace”, oggi invece grazie alle 4 palestre presenti e ai tanti corsi che abbiamo attivato, ci presentiamo come una realtà storica che offre un servizio completo e tantissime scelte sportive.
Inoltre abbiamo lavorato anche sulla piscina stessa e su come veniva concepita dall’esterno. Prima era vista come adatta solo per nuotatori, la nostra prima mission è stata quindi quella di renderla fruibile da tutti.
Nonostante questo cambiamento però rimane comunque la possibilità di fare nuoto a livello agonistico?
Certamente. A livello agonistico infatti abbiamo 2 settori: quello sincronizzato che conta circa 100 atlete prevalentemente delle categorie giovanili, dove la nostra punta di diamante Bisi Valentina, attualmente è sotto i riflettori dei tecnici della nazionale, avendo vinto già varie medaglie e campionati italiani. A lei si aggiunge, tra le varie categorie (per un totale di circa 180 atleti) anche Alessandro Ragaini, che ha ottenuto 2 medaglie agli europei juniores di belgrado: l’argento nei 200 metri e nei 400 metri stile libero, e l’ora invece con la staffetta 4×200 metri stile libero.
A ciò si aggiunge l’altro settore dei nostri ragazzi speciali, che quest’anno hanno partecipato anche ai campionati italiani con buoni piazzamenti, nel generale infatti risultiamo tra le prime 15 società d’Italia.
Pesaro Challenge come si colloca dunque nella vostra realtà?
Promuovendo attività sportive sia per bambini che per adulti non potevamo mancare a questa manifestazione. Anche perché la filosofia dell’evento di promuovere lo sport al suo stato più puro all’insegna dell’aggregazione ci è piaciuta tantissimo. Ovviamente in questo caso non possiamo portare le nostre piscine all’evento, però proporremmo attività motorie per bambini e corsi per adulti, così che tutti possano mettersi in gioco indipendentemente dall’età.
Tra i tanti ospiti illustri che saranno presenti a Pesaro Challenge non poteva mancare il campione mondiale di KickBoxing che ci ha accompagnato sin dai primi anni della nostra manifestazione. Avete capito di chi stiamo parlando? Ebbene sì, del pesarese Jordan Valdinocci, che ha vinto il titolo mondiale ISKA il 25 marzo 2023 e che nella sua bacheca dal 2021 detiene un altro titolo mondiale, ovvero il WKU, entrambi vinti nella categoria dei 67 kg. Questi sono solo i due più recenti visto che Jordan Valdinocci nel suo curriculum sportivo ne vanta tantissimi altri, soltanto restando in Italia potremmo parlare dei 3 titoli italiani vinti (tanto per citarne alcuni).
Jordan però non è soltanto un atleta di kickboxing ma anche un allenatore, sia nella sua palestra a Pesaro (ovvero la Fight House) che a livello internazionale per quanto riguarda la MMA, che lo ha portato ad essere il primo allenatore italiano all’angolo della UFC negli USA.
A tutto ciò si aggiungono i suoi rapporti con manager statunitensi che muovono atleti in tutto il mondo ed i suoi seminari pratici che lo portano in giro per il globo tra Stati Uniti, Colombia, Messico, Germania, Repubblica Domenica e, anche a casa nostra, in Italia.
Facciamoci però raccontare da lui come nasce questa passione che lo ha reso il campione mondiale che tutti conoscono oggi.
Che cosa ti ha spinto verso questa disciplina e quando hai iniziato?
Ho iniziato molto presto, intorno ai 5-6 anni infatti mi sono affacciato per la prima volta agli sport di combattimento. L’ho fatto stimolato dai cartoni animati come Dragon Ball o da superuomini come Bruce Lee. Volevo essere come loro e così ho iniziato a praticare Kung Fu, vincendo anche dei titoli nazionali ma smettendo all’età di 11 anni per darmi, da buon pesarese, al basket. Ho ripreso poi a praticare sport di combattimento attirato dall’autodifesa all’età di 19-20 anni e quando ho ripreso non mi sarei mai aspettato questo futuro. Non avevo minimamente in testa di farne un lavoro e infatti studiavo all’università. Ma sia da bambino che da 19enne sono sempre stato una persona competitiva e così ho iniziato a fare i primi combattimenti, poi le prime vittorie e alla fine sono finito ad affrontare atleti che fino a qualche anno prima vedevo in TV.
Così hai capito che la tua passione poteva diventare il tuo lavoro?
In realtà ci sono state molte avvisaglie. A partire dal lavoro che facevo. La laurea non mi aveva portato qualcosa che mi piaceva fare, allo stesso tempo più mi avvicinavo al professionismo e più nell’ambiente mi veniva riconosciuto una sorta di talento, poiché raggiungevo traguardi più velocemente del normale. A ciò si aggiunge il fatto che a Pesaro gli sport di combattimento iniziavano ad attirare sempre più persone e così ho iniziato a guadagnare facendo i miei primi corsi (cosa che poi darà vita alla mia scuola, la Fight House). A quel punto allora ho deciso di mollare tutto e di dedicarmi alla mia passione per questo sport rendendola un vero e proprio lavoro.
Presa questa decisione sei poi arrivato a vincere un titolo mondiale, cos’hai provato?
La sensazione del primo titolo mondiale, quello del 2021, è indescrivibile. Non soltanto per la soddisfazione sportiva ma per tutto ciò che vivevo, come tanti altri, in quel momento. Venivamo dalla pandemia e ciò voleva dire che per prepararsi ad un incontro simile in Italia ci si doveva allenare con tutte le restrizioni del caso. Fare una dieta rigida tra i vari lockdown, tenersi in forma e allenarsi in palestre fredde perché di base erano chiuse, il pensiero fisso che potesse saltare tutto da un momento all’altro, i costanti tamponi a cui ero sottoposto un giorno dopo l’altro e soprattutto dover sfidare l’atleta detentore in casa sua, a Monaco, che oltre ad essere il figlio dell’organizzatore dell’evento aveva la possibilità di allenarsi al meglio e con uno staff di professionisti (perché in Germania le regole erano diverse). Nonostante ciò alla fine ho vinto io ed è stato fantastico!
Di tutti questi anni all’interno di questo mondo c’è qualche aneddoto o qualcosa in particolare che porti con te?
Di aneddoti ce ne sono a bizzeffe, visto che parlavamo del primo mondiale vinto a questo punto aggiungerei che l’ho vinto con un braccio rotto a metà incontro (e me ne sono accorto soltanto dopo). Per quanto riguarda qualcosa in particolare che porto con me sono soprattutto le opportunità che questo sport ti regala a certi livelli. Grazie alla mia professione infatti ho la possibilità di girare il mondo e di conoscere culture di ogni genere. Dai grandi manager degli Stati Uniti fino agli atleti di strada del Sudamerica.
Pesaro Challenge invece come si inserisce nel tuo percorso?
Beh tutto nasce da una conoscenza che ho con gli organizzatori e, tra una parola e l’altra, alla fine ho sempre partecipato alle varie edizioni di questa manifestazione. Quest’anno inoltre saremo presenti sia io che i miei ragazzi con una sorta di dimostrazione, praticamente faremo un allenamento all’aperto.
Per concludere l’intervista… c’è un messaggio che vuoi mandare ad atleti e non solo?
Il messaggio che vorrei mandare non è solo per chi pratica il mio sport o per atleti ma è per tutti: spendetevi fino in fondo per le vostre passioni e credeteci fino alla fine. In questo mondo ti consigliano e ti dicono sempre cos’è meglio fare per te mentre invece bisogna seguire ciò che si ama. Per me questa è la chiave di tutto, soprattutto per la felicità.
Pesaro Challenge è un evento sportivo dove però non può mancare il gusto! Per questo ci siamo affidati a degli specialisti, ovvero Caraci Sicily Food di Carmelo Caraci.
Volete sapere la loro specialità? Facciamo così… vi diamo un indizio: sono un’azienda siciliana di Bronte.
Facciamoci però raccontare da Carmelo la sua gustosissima azienda!
Abbiamo parlato dei vostri prodotti, ma come nasce la Caraci Sicily Food?
L’impresa nasce da una mia idea nel 2018, anche se ha preso spunto dalle persone. Io infatti nasco come animatore turistico con un’azienda di oltre 25 dipendenti con filiali in tutta Italia. Così, ogni volta che operavamo in trasferta e qualcuno veniva a sapere che eravamo di Bronte ci chiedevano se avevamo portato il pistacchio. E alla fine da quella battuta fatta per gioco ha preso vita l’azienda Caraci Sicily Food.
Un’azienda che però non lavora solo nelle fiere, anzi… il vostro mercato online vi ha fatto conoscere il tutto il mondo, vero?
Si, inizialmente era un progetto orientato per un mercato fieristico e del porta a porta, poi però la pandemia ci ha portato a capire che il pistacchio poteva avere un mercato enorme nel mondo online e così abbiamo iniziato a lavorare tramite web (mantenendo comunque in contemporanea la tradizione fieristica). Una scelta di mercato che, a differenza degli inizi, ci ha portato ad avere la capacità di spedire in tutto il mondo entro 48 ore dall’ordine e di far conoscere il nostro marchio a livello internazionale.
Il marchio di Bronte ci permette di lavorare con un prodotto di altissima qualità e ben noto al mondo. Ovviamente però Bronte non può produrre pistacchio per un intero pianeta, infatti promuoviamo anche altre tipologie come quello greco, turco, ecc…
Le fiere però sono sempre le fiere… è da qui che nasce il rapporto con Pesaro Challenge?
Esatto, abbiamo conosciuto i promotori di Pesaro Challenge ad una fiera a Padova e da lì sono partiti i primi contatti. L’anno scorso non siamo riusciti ad esserci fisicamente, bensì solo con dei prodotti che sono stati dati a tutti i partecipanti. Quest’anno invece verremo di persona per portare la Sicilia anche a Pesaro.
Il mercato online è sicuramente un’opportunità ma la bellezza delle fiere ha sempre il suo fascino. Lì può parlare con la signora Maria, per dire un nome a caso, e farle assaggiare il tuo prodotto. Così come invece puoi incontrare il buyer di turno o il pasticciere locale. In questo caso c’è un contatto fisico, visivo, e ti rendi conto di quanto sia importante, ma anche bello, metterci la faccia nel presentare e proporre il tuo prodotto.
Ed è quello che faremo l’1-2-3 settembre proponendo a chi verrà a Pesaro Challenge il pistacchio in ogni sua varietà: dal gelato al caffe, passando per crepes, e così via.
Non vediamo l’ora… e speriamo di avervi già messo l’acquolina in bocca!
Abbiamo così intervistato il presidente di questa giovane realtà, che nasce nel 2016, ovvero Diego Cardinali, per raccontarci un pò della loro storia ed esperienza sportiva…
Siete una realtà giovane ma che conta già tantissimi iscritti. Ci racconti un pò la vostra sotria?
One Way Up è una palestra che nasce circa 7 anni fa, dalla volontà di un gruppo di ragazzi arrampicatori e che attualmente si trova presso il centro sportivo Smash e dov’è possibile praticare il boulder avendo 380mq di pannellature proprio per questa specialità da praticare, visti i materassi, senza imbragatura oppure esercitarsi con la corda o lo speedrun, altre due specialità dell’arrampicata. A tutto ciò si aggiunge anche una parete esterna dove praticare questa disciplina e, nel parco, una versione per provare questo sport adatta ai più piccolini.
Attualmente contiamo circa 90 bambini che frequentano i nostri corsi al pomeriggio e alla sera mentre, per gli adulti, siamo intorno alle 150 persone che provengono da tutta la provincia poiché strutture come la nostra non sono molto presenti in quanto difficili da costruire. Inoltre, nel nostro caso, abbiamo anche diversi allenatore della FASI e la palestra è affiliata al CONI, per cui si può praticare questa disciplina a livello agonistico sia da bambini, ragazzi o adulti.
Adulti e bambini, l’arrampicata è uno sport adatto a tutti: quali sono le linee guida da seguire per chi vuole intraprendere questa disciplina?
L’arrampicata è una sfida con se stessi che tiene allenato corpo e mente e che punta a portarti oltre con le proprie capacità.
Si tratta di uno sport che difficilmente si pratica come “fai da te”, per questo le persone che desiderano praticare questo sport vengono prima affiancate da un istruttore che li introduce magari con una prova affiancata e poi, da lì, se c’è la voglia e la passione si prosegue insieme.
Spesso sono i bambini quelli che si emozionano e si divertono di più, per un adulto invece magari può essere più complicato. Si tratta di uno sport dove la tecnica è importantissima e quindi una persona poco allenata magari, dopo una breve prova, può risentire di alcuni dolori perché non ha nozioni di forza o di posizionamento adatte a praticare questa disciplina. Con i bambini invece è diverso, loro pensano solo a quanto si stanno divertendo.
Di tutti questi anni passati in questa realtà c’è un ricordo che porti particolarmente con te?
Un evento che ci ha resi molto orgogliosi è sicuramente quello di qualche anno fa quando, tramite l’arrampicata, siamo riusciti a realizzare un evento con una società delle Marche che si occupa di persone non vedenti ed è stato molto emozionante far arrampicare un gruppo di ragazzi giovani non vedenti, soprattutto per la grande volontà che ci hanno messo. A livello umano penso sia il traguardo più grande, anche per questo portiamo avanti diverse iniziative a livello sociale.
Con Pesaro Challenge invece? Come nasce il rapporto e che cosa porterete all’evento?
Ormai conosciamo Pesaro Challenge già da qualche anno. Io poi collaboro nel mondo degli eventi, quindi sono anche molto attento a questo tipo di manifestazioni.
Inoltre, visto il grande successo che abbiamo riscontrato l’anno scorso, dovevamo riproporci anche quest’anno.
Ci sarà una parete con nuovi itinerari di Arrampicata (vie). Ne proporremo alcuni in più così da garantire un maggior divertimento.
L’anno scorso volevano provarla tantissimi bambini e quindi abbiamo deciso di proporre loro ancora più percorsi per permettere a tutti di divertirsi con noi. Perché alla fine la cosa più bella in un evento dove porti la tua realtà è proprio questa… vedere tanti bambini radunarsi curiosi e felici è qualcosa che ci ha riempito il cuore.
La scuola “Tennis Life” che opera all’interno del Circolo Tennis Baratoff e che sarà presente a Pesaro Challenge l’1-2-3 settembre, è una prestigiosa realtà sportiva del nostro territorio classificata come “top school”, ovvero il massimo livello per una scuola di tennis italiana.
Si tratta di una realtà sportiva frequentata da centinaia di ragazzi e di ragazze di tutte le età. Non a caso il loro motto “da mini player a top player” indica sia l’età (che può variare dai 4-5 anni fino ai 20) sia il livello di gioco. Passando di fatto da quella che è una pratica ludica-promozionale fino a quella del professionismo.
La scuola, per garantire al meglio la formazione dei suoi atleti, dispone di uno staff composto di professionisti in grado di assolvere ad ogni tipo di esigenza dei ragazzi, dalle problematiche riguardanti la concentrazione a quelle fisiche, tecniche e tattiche.
Di fatto all’interno dello staff vi sono figure come quelle di Luca Pavoni e Francesco Sani che sono due tecnici internazionali, ma anche due istruttori di secondo grado, tre istruttori di primo grado che operano costantemente nella scuola, un preparatore mentale, tre preparatori fisici e un educatore alimentare.
Una completezza che dunque permette di formare i ragazzi sia come atleti che come persone.
Oltre a ciò la scuola garantisce tutta l’attività ai ragazzi-atleti a partire dagli under 10 fino ad arrivare alla serie A, competizione nella quale la scuola ha una squadra sia femminile che maschile.
A testimonianza dei grandi risultati sportivi e professionali, tra i tanti nomi, si potrebbe citare Luca Nardi, atleta di livello internazionale che rappresenta un pò il percorso che il loro motto vuole indicare. Partito con la scuola sin dal mini tennis e poi cresciuto all’interno del circolo stesso. Una figura che può essere quindi sicuramente un punto d’ispirazione per chi, come lui, sta percorrendo (o vuole percorrere) questo cammino.
Tornando all’evento di Pesaro Challenge, questo sarà il secondo anno di partecipazione alla manifestazione da parte della scuola che si inserisce come secondo sport con più tesserati in Italia e che sarà a disposizione per far provare e dare informazioni sull’attività della scuola tennis e le strutture del TC Baratoff di Pesaro
Tre le realtà che partecipano e sostengono Pesaro Challenge, non poteva mancare quella dello Sport Park di Fano, una struttura che, sia di ambito sportivo che ricreativo, opera da 29 anni nel nostro territorio e che in tantissimi conosceranno già.
Se una delle qualità di Pesaro Challenge è la sua estensione, viaggiando dalla Palla di Pomodoro fino a Baia Flaminia, lo stesso si può dire dello Sport Park che vanta un’area di 6000mq al cui interno si possono provare tantissime esperienze sportive e non solo: dal bowling al minigolf, passando per il biliardo, il ping pong, la sala giochi, il pattinaggio, il calcetto, i playground per i più piccoli, l’area ristoro con tanto di pizzeria e il parco con giochi gratuiti. Una struttura così grande che necessita la cooperazione di diverse aziende per occuparsi a tutto tondo dell’accoglienza dei propri clienti.
Doveroso quindi farci raccontare da Marco Raganini, direttore del comparto bowling, della sua realtà…
Tutti conoscono lo Sport Park in provincia, ma in pochi forse sanno com’è nato…
Si può dire che è un progetto figlio di una tradizione. Io e la mia famiglia gestivamo già un locale analogo a Rimini, poi circa 29 anni fa, con nostro socio storico, abbiamo avuto l’idea di realizzare quello che oggi è lo Sport Park.
Volevamo però distanziarci dal riminese e così ci siamo messi a cercare più a Sud. Inizialmente pensavamo a Pesaro poi però abbiamo trovato a Fano questo lotto di terreni che era perfetto come location. Vicino al centro, al mare e alla stazione nonché alla superstrada che ci collega ad Urbino ed il resto dell’entroterra e, siccome la zona era adibita ad uso sportivo, abbiamo deciso di combinare lo sport con il divertimento (bowling, biliardo, calcetto, ecc…).
Sarò onesto… forse abbiamo un pò esagerato con le metrature perché è una realtà sproporzionata a quella del flusso fanese, fortunatamente nel tempo siamo riusciti a connetterci bene con l’entroterra.
Si può dire che lo Sport Park è la tua storia, hai iniziato da giovanissimo… di tutti questi anni c’è qualche ricordo che porti con te in particolare?
In trent’anni di attività sono davvero tanti i ricordi che mi fa piacere tenere a mente. Sicuramente tra tutti c’è il giorno dell’inaugurazione. Avevo 21 anni e mi stavo cimentando davvero in una grande avventura.
Dei progetti invece vorrei citare quello che portiamo avanti da ormai vent’anni con le scuole e che quest’anno ha coinvolto oltre 4000 studenti. Siamo riusciti a portare allo Sport Park ragazze e ragazzi da tutta la provincia per cimentarsi con il bowling in maniera gratuita e competitiva, un percorso nel quale è stato possibile far scoprire i valori sportivi e sociali della disciplina, dove ognuno ha rappresentato la propria scuola all’interno della manifestazione per una sorta di “campionato studentesco”.
Vorrei però parlare anche di alcuni periodi bui, perché i ricordi non sono tutti rosei. Su tutti sicuramente gli anni della crisi del 2010-2011 e quelli della pandemia. Quando hai una struttura così grande i costi si fanno sentire anche se rimane chiusa, fortunatamente però dopo una crisi c’è sempre un buon momento.
Con Pesaro Challenge invece? Com’è nato il rapporto e che cosa porterete all’evento di quest’anno?
Tutto è iniziato l’anno scorso, una volta usciti dalla pandemia. L’organizzazione di Pesaro Challenge ci ha contattato per un progetto che avevamo proposto online. Si trattava di una mini pista da bowling per l’esterno (la nostra intenzione era quella di realizzare una pista per garage, così da permettere alle persone di giocare a bowling anche con il lockdown”. L’unico problema che abbiamo riscontrato era quello dei birilli che andavano sistemati manualmente. Un problema che siamo riusciti a risolvere solo quest’anno tramite un sistema di leve che li riporta in posizione. E sarà questo l’evento che porteremo a Pesaro Challenge, così da permettere a grandi e piccini di giocare a Bowling con una pista che, pur essendo più corta e non regolamentare, mantiene comunque lo spirito di questo sport e che siamo sicuri farà divertire tantissimo i più piccoli.
Tra i sostenitori di Pesaro Challenge siamo lieti di avere il Gruppo KOS, a cui il Centro di Riabilitazione Santo Stefano di Pesaro fa riferimento e appartiene. Si tratta di un gruppo che risulta tra i leader in ambito sanitario e, nel caso specifico del centro di Pesaro, è una struttura accreditata e convenzionata per l’età evolutiva, con la peculiarità di fornire risposte riabilitative ai bisogni delle Famiglie di bambini con lo spettro autistico.
Una peculiarità decisamente importante, come ci spiega, all’interno della nostra intervista, il direttore dei Centri ambulatoriali del Santo Stefano Riabilitazione Gruppo Kos, Antonio Bortone.
Perché è importante questa peculiarità del Santo Stefano di Pesaro?
L’importanza è determinata dalla valenza che il nostro intervento riabilitativo può avere, sullo sviluppo inclusivo e sociale del bambino e della sua Famiglia.
All’interno del Santo Stefano di Pesaro opera un Team multiprofessionale. Ci sono figure medico-specialistiche, come quella del neuropsichiatra infantile o del fisiatra; ci sono figure sanitarie come lo psicologo, il logopedista, il fisioterapista, l’assistente sociale, il terapista occupazionale, il terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, l’educatore professionale; c’è anche un servizio specifico di audiometria, con esperti audiometristi e audioprotesisti, per la valutazione delle funzioni uditive.
Prendiamo proprio questo caso come esempio… Dov’è il beneficio? Semplice.
Intercettare precocemente eventuali disturbi sensoriali della funzione uditiva, consente di intervenire con strumenti compensativi o, nelle necessità clinicamente più complesse, inviando il bambino per una valutazione chirurgica per una protesi acustica. In questo modo si previene anche una ripercussione negativa sullo sviluppo cognitivo del bambino stesso, che una funzione compromessa potrebbe generare.
Per questi casi specifici, abbiamo uno stretto contatto col Centro Medico Foniatrico di Padova, usufruendo di una corsia preferenziale.
Lei come mai ha deciso di intraprendere questa strada?
Più che una strada per me è una storia, visto che svolgo questa professione da 36 anni. Quando ho scoperto la riabilitazione che, ai miei tempi era vista un pò come una “cenerentola” nella medicina, in quanto ancora poco conosciuta, mi sono incuriosito molto ed ho coltivato elettivamente l’età evolutiva. Ma oltre a queste attitudini personali, ha sicuramente avuto un grande peso, sulla mia scelta, l’efficacia che ho riscontrato dell’intervento riabilitativo, soprattutto se precocemente avviato, a fronte degli esiti altamente invalidanti che patologie complesse possono determinare. Oggi si sente usare spesso il termine “resilienza”; ebbene, in questo caso la riabilitazione può essere intesa come una risposta resiliente a un problema clinico che ha determinato una seria avversità nella vita di una persona.
Com’è nata invece la collaborazione con Pesaro Challenge?
Avendo un Centro ambulatoriale a Pesaro, il Gruppo KOS è molto interessato alle iniziative locali di un certo spessore e rilevanza sociale, proprio come nel caso di Pesaro Challenge. Così abbiamo intercettato e valutato subito come significativa questa manifestazione per le caratteristiche che il territorio le ha riconosciuto e così, senza ulteriori indugi, abbiamo deciso di essere presenti e compartecipare.
Vigilar, società che dal 2000 è nel settore della vigilanza privata, è uno dei sostenitori di Pesaro Challenge. Si tratta di una realtà sempre in crescita e che nel 2023 conta circa 3000 clienti tra cui troviamo grandi aziende della nostra provincia e banche di carattere nazionale. Abbiamo così deciso di intervistare Alessandro Giuliani, titolare dell’azienda per farci raccontare la loro realtà…
Come nasce Vigilar? Da dove viene l’idea di creare questa realtà?
Quando ho deciso di creare Vigilar l’ho fatto perché vedevo che sul territorio c’era esigenza di una realtà come la nostra. I 4 istituti di vigilanza di allora, di cui 3 appartenevano allo stesso proprietario, a parere mio mancavano di tecnologia e innovazione (sia a livello di strumenti che di logiche ispettive). Così ho deciso di entrare in questo mercato con una società al passo coi tempi, che mettesse a disposizione dei suoi clienti tutto il supporto tecnologico possibile (dalle telecamere all’antifurto).
Una scelta più che giusta secondo me, anche visto che il primo giorno d’apertura abbiamo subito avuto il primo cliente, ovvero Biesse e da lì tutte le grandi aziende (tranne Scavolini) si sono poi collegate con noi.
Quali sono i servizi che Vigilar offre ai suoi clienti?
Abbiamo diversi servizi che potremmo dividere in tre principali settori:
Centrale operativa: con impianti collegati ad un centro di comando operativo 24h su 24h dove due operatori monitorano, controllano e gestiscono le segnalazioni. Ad esempio: se scatta un allarme contattiamo il titolare per vedere se si tratta di un falso allarme, in caso contrario mandiamo una pattuglia di pronto intervento attiva 24h e per 365 giorni l’anno.
Servizi ispettivi: tramite tag sul cellulare effettuato da una guardia in seguito al controllo su finestre e porta dell’attività, così da dimostrare che siamo passati oppure nel caso il cliente richieda un’ispezione di chiusura o di bonifica.
Piantonamento fisso: attraverso guardie sia armate che non (a seconda della richiesta) che presidiano il luogo in maniera fisica come nel caso del pronto soccorso di Pesaro e Fano, nei supermercati o da Biesse (dove c’è un presidio anche notturno).
In tutti questi anni di attività c’è un intervento che l’ha resa particolarmente orgoglioso?
Beh sicuramente sono orgoglioso della mia azienda ogni volta che riusciamo a sventare dei furti. Un po ‘ come accaduto l’anno scorso quando alla Sider Rottami siamo riusciti a mettere in fuga 12 rumeni sventando così un furto da centinaia di migliaia di euro.
Come siete entrati in contatto con Pesaro Challenge?
Essendo abbastanza conosciuti e presenti sul territorio siamo stati contattati da Pesaro Challenge perché serviva loro un’agenzia che potesse tutelare e supervisionare tutto ciò che resta incustodito la notte al termine della giornata d’evento.
Esattamente come Pesaro Challenge combina durante l’1-2-3 settembre tantissimi sport ed eventi, allo stesso modo la Balzano Consulting Group Stp Srl coniuga, all’interno della sua realtà, tantissimi aspetti e tematiche dell’edilizia con il mondo immobiliare. Per questo abbiamo deciso di intervistare il suo amministratore, il Geometra Giuseppe Balzano, per raccontarci la storia della loro realtà, di cosa si occupano e del perché abbiano deciso di collaborare con Pesaro Challenge.
Come nasce la vostra realtà? Da dove viene l’idea che porta alla nascita di questa società?
L’Idea di creare la Balzano Group è nata semplicemente dal mio amore per il mio lavoro. Mi sono diplomato come geometra ed ho voluto dedicare a questo titolo il mio lavoro e la mia vita, poi con la persistenza, la tenacia, la caparbietà ma anche la dedizione che mi appartengono, sono riuscito ad arrivare dove sono oggi, io, assieme al mio team. Questa realtà, che l’anno prossimo arriverà a 25 anni di ininterrotta attività tecnica, rappresenta tutta la mia passione per questo lavoro e tutta la volontà che ho impiegato per arrivare a ciò che rappresenta oggi: un’impresa con 12 tecnici tra studio e cantieri, oltre ad almeno 5 collaborazioni fisse con professionisti esterni (Ingegnere, Architetto, Termotecnico, Topografo, Esperto in sicurezza). A parlare di noi però è il nostro lavoro oltre alla nostra storia, negli ultimi anni ci siamo diramati su gran parte del territorio provinciale, attraverso i nostri attuali tre uffici ubicati a Pesaro, Montecchio e Urbino e da settembre faremo un altro grande passo… Ci sposteremo in una struttura di 700mq a Pesaro e amplieremo ancora di più i nostri servizi, con la creazione di un CSI Centro Servizi Immobiliari a 360°.
Di che cosa vi occupate adesso? E quali servizi ulteriori offrirete da settembre?
Il nostro studio di progettazione è composto da tecnici che seguono l’edilizia a 360°. Ci occupiamo di trovare l’impresa, richiedere le autorizzazioni per i lavori, sbrigare la parte burocratica, procedere con gli incartamenti fino al collaudo finale, seguire le ristrutturazioni, le nuove costruzioni, le realizzazioni di sistemi di approvvigionamento di energia da fonti alternative, pratiche per aperture di nuove attività e tanti altri svariati servizi. Possiamo anche occuparci per il cliente di aiutarlo ad avere l’accesso al credito e, in alcune occasioni, a cogliere determinate opportunità come nel caso dei vari bonus. Oltre a ciò effettuiamo anche perizie, ci occupiamo del catasto, delle successioni, della sicurezza nei cantieri, delle stime… insomma tutto ciò sia per privati che per imprese.
Da settembre aumenteremo maggiormente i nostri servizi, i nostri clienti da noi troveranno tutto: dall’avvocato, il commercialista, l’assicuratore, il consulente immobiliare, il consulente energetico, il consulente del credito… ogni cosa. Non dovranno più andare avanti e indietro da un posto all’altro, avranno tutto in un unico punto, Balzano Group diventerà un centro servizi immobiliari incredibile che saprà rispondere ad ogni minima esigenza dei clienti, più di quanto facciamo già!
In tutti questi anni di lavoro, c’è qualcosa che porta maggiormente con lei? Un ricordo che l’ha resa particolarmente orgoglioso?
Sicuramente sono tanti ma, senza andare troppo indietro nel tempo, un intervento fatto negli ultimi anni lo porto particolarmente con me. Si tratta di uno dei lavori più grossi che abbiamo fatto, un intervento di superbonus su 20 appartamenti in un fabbricato a pezzi che abbiamo rimesso completamente a nuovo: terrazzi, ringhiere, ascensore… lo abbiamo migliorato sotto l’aspetto sismico, energetico, della qualità architettonica, dell’approvvigionamento da fotovoltaico, gli infissi, lo abbiamo praticamente ricostruito. Ma ciò che mi ha reso orgoglioso, oltre all’intervento in sé, è il servizio che abbiamo saputo offrire, la presenza costante affianco al costruttore e al cliente, la capacità di utilizzare i bonus edilizi in vigore in modo ottimale, il risultato estetico e qualitativo finale che abbiamo donato all’immobile e soprattutto la soddisfazione di tutti i clienti che vivono quotidianamente in quello stabile. Questo risultato, oltre a rappresentare una grande soddisfazione per me e per la società, ci ha poi ripagato… perché quando si lavora bene il lavoro poi viene riconosciuto. E di fatto ci ha lanciato e ci ha fatto crescere (sia come uffici che come personale e richieste di interventi). Senza contare che poi le persone di me si fidano, sono una persona sempre disponibile e rispondo a tutte le chiamate in prima persona, non mi tiro mai indietro, ci sono sempre.
Il rapporto come Pesaro Challenge invece com’è nato?
Prima le ho parlato di quel grande lavoro di ristrutturazione. La sua perfetta riuscita è frutto dell’intera squadra che compone la Balzano Group. Come nello sport, anche noi abbiamo dovuto allenarci studiando le normative e le soluzioni migliori per terminare il lavoro, anche noi abbiamo dovuto fare sacrifici per arrivare alla fine, ma il momento in cui l’ultimo pezzo del ponteggio è stato smontato ho assaporato il gusto della vittoria proprio come fa lo sportivo sul traguardo della sua gara.
Ho deciso di collaborare con Pesaro Challenge perché la vita e il lavoro non sono poi così diversi dallo sport.
Ecco perché abbiamo deciso di stringere una partnership con loro ai massimi livelli, per poter avere una pubblicità forte e presente… basta aprire la brochure e guardare la prima pagina per capirlo!
Gabriella Mangani, è una dei titolari di Poliplast, azienda storica del nostro territorio, con sede a Montelabbate, che nasce nel 1981. Grazie alla loro realtà e al loro lavoro si devono tantissime cose che avete già visto nei Pesaro Challenge precedenti e che vedrete all’evento dell’1-2-3 settembre. Dai totem al podio, passando per il backdrop (tanto per citarne alcuni). Così abbiamo deciso di intervistare Gabriella per raccontarci la storia di Poliplast e tanto altro…
Poliplast è un’azienda storica nel territorio, ci racconti come nasce e di cosa si occupa?
Tutto ha inizio nel 1981 con mio padre Mangani Graziano che, assieme ad altri soci, ha dato vita a questa realtà. Un’impresa che poi negli anni si è evoluta tantissimo, ha cambiato sede, ha incrementato la forza lavoro (sia in termini di personale che di macchinari) sino a giungere a ciò che oggi tutti conoscono e che si trova in via Mengaroni 1 a Montelabbate.
Una bellissima evoluzione se si pensa a dove tutto è iniziato e cioè nel garage di mio padre, visto che lì Poliplast ha iniziato ad imballare i primi prodotti.
Erano di un’azienda dove mio padre lavorava come operaio e visto che a quel mobilificio serviva un’azienda di imballaggi mio padre ha deciso di pensarci lui poiché aveva le macchine adatte a questo tipo di lavoro e, avendo lavorato per anni all’estero in quel settore, si trattava di un campo che già conosceva.
Da lì poi è iniziata la nostra storia…
Oggi ci occupiamo sempre prevalentemente di imballaggio per spedizioni nel settore dei mobili, ma copriamo anche altri campi come quello della produzione di loghi o di intervento nel settore nautico, della vetrinistica fino ad arrivare al campo del recupero edilizio e a quello ludico, per il quale ci conoscono maggiormente nel territorio, essendo diventati in questo settore un’azienda di riferimento per prodotti d’evento come totem e oggettistica.
Quella di Poliplast è una realtà che vivi quindi da sempre… quando hai iniziato a farne parte? E cosa porti con te di tutti questi anni passati in Poliplast?
Ho iniziato a lavorarci sin da piccolissima, ricordo che andavo ancora a scuola e, durante le feste o d’estate, davo una mano a mio padre se non dovevo studiare. Così ho avuto modo sin da subito di imparare il lavoro di fabbrica e poi, una volta diplomata in ragioneria, sono stata inserita all’interno dell’azienda. Il tutto si è poi casualmente combinato ad una ragazza che, quasi in contemporanea al mio diploma, era andata in maternità e dunque si era liberato effettivamente un posto.
Per quanto riguarda invece un evento particolare che porto come me in tutti questi anni di lavoro è sicuramente quello del 2 giugno 2020. Eravamo in piena pandemia e per la città di Pesaro ci era stato chiesto di realizzare una bicicletta in polistirolo che si illuminava di notte da posizionare alla Palla di Pomodoro.
Il rapporto con Pesaro Challenge invece com’è nato?
Si è sviluppato tutto sulla base di un rapporto nato per la questione ludica. Quindi dai totem al podio, passando per il backdrop alle spalle del palco dove sono posizionati i vari sponsor, fino a tanti altri oggetti (come il logo di Pesaro Challenge). Quindi l’abbiamo visto come un’opportunità per uno scambio reciproco. Da un lato noi abbiamo fornito a Pesaro Challenge una serie di oggettistica di cui avevano bisogno per l’evento mentre noi in cambio possiamo metterci in mostra all’interno di un evento così grande e dimostrare cosa siamo in grado di produrre sia in termini di prodotto che di qualità.