Alessandro Gili, socio di PJ investigation di Pesaro, è l’uomo che, assieme alla sua agenzia di security e a tutto il suo staff, garantisce la sicurezza di Pesaro Challenge durante i suoi giorni d’evento, esattamente come lo farà anche quest’anno l’1-2-3 settembre. Oltre a ciò Alessandro ha in serbo per tutti coloro che verranno a Pesaro Challenge anche una novità che li metterà al centro dell’iniziativa, facendo vivere ai presenti una vera e propria esperienza tra lo sport e la sicurezza. Di cosa stiamo parlando? A raccontarcelo è proprio lui, prima però scopriamo che cos’è PJ Investigation e cosa c’è dietro il mondo della sicurezza agli eventi…
Come e quando nasce la vostra realtà?
Pj nasce nel 2010, viene fondata da mio suocero che è stato per 35 anni nei carabinieri (svolgendo anche missioni all’estero) e che, dopo essere andato in pensione nel 2009, ha deciso nel 2010 di aprire un’agenzia investigativa in ambito familiare… quindi parliamo di indagini inerenti la fedeltà coniugale, il controllo di minori ma anche penale (relativamente ad attività investigative) attraverso avvocati che chiedono magari una consulenza tecnica per un caso (visto che ha lavorato anche con i ris di Roma).
E questa è stata Pj fino al 2012 quando poi, grazie alla licenza ottenuta, si apre al mondo della sicurezza anche nell’ottica del fatto che Pesaro fosse sprovvista di una vera e propria agenzia. Così assumendo vari ragazzi che facevano i buttafuori Pj inizia ad occuparsi della sicurezza agli eventi, nei locali notturni e nelle spiagge arrivando, ad oggi, a contare circa 90 operatori a contratto a chiamate operando sia sul territorio pesarese che romagnolo (dove abbiamo abbastanza radicato la nostra attività).
Inoltre offriamo anche un servizio di steward e antincendio (persone che hanno attestati di alto rischio) autorizzati a intervenire prima dell’arrivo dei vigili del fuoco.
Una figura che si è evoluta nel tempo anche a livello legale…
Si, infatti quella del buttafuori era una figura che fino al 2009 non era è stata ancora professionalizzata, bastava solo mettere in regola la persona però non c’era un vero e proprio regolamento e questo causava non poche incomprensioni. Poi il Ministero, finalmente, ha deciso di tutelare sia noi che coloro che ci assumevano ed ha predisposto un corso di 90 ore obbligatorie per legge da svolgere tramite l’agenzia o il locale. Inoltre adesso è prevista l’iscrizione alla Prefettura perché devono sapere per chi lavori. Infatti noi, prima di ogni attività, dobbiamo comunicare chi andrà a lavorare e in quali locali. Una misura non di poco conto visto che ha permesso di mandar via le “mele marce” da questo mondo poiché chi ha precedenti non può iscriversi in prefettura.
Tu come hai deciso di entrare in questo mondo?
Ci sono entrato nel 2014… prima lavoravo in una società che gestiva alberghi. La parentela poi mi ha portato in Pj perché mio suocero si stava ampliando in vari settori e mi aveva chiesto di dargli una mano. Onestamente ci ho pensato un pò prima di accettare perché ero molto legato al mondo del turismo ma alla fine, intorno al 2013/14, ho accolto la sua proposta ed ho iniziato a seguire dei corsi di investigazione e dei master per formarmi al meglio. Devo ammettere che è un settore che mi è piaciuto molto e in cui mi sono trovato a mio agio… forse per il fatto che ho la capacità di essere tranquillo sin da subito con persone che magari si aprono completamente con te, anche su aspetti imbarazzanti, e io dimostro loro di essere in grado di comprenderli (quasi come uno psicologo). Non è qualcosa di scontato e penso che questo mi abbia inorgoglito molto sino al punto di farmi scegliere questo come mio mestiere.
Pesaro Challenge invece?
Tutto ha inizio circa 3-4 anni fa, perché a Pesaro Challenge servivano degli steward formati e adatti a grandi eventi come che sapessero lavorare in termini di sicurezza e controllo.
Così nasce il contatto con Francesco e iniziamo a parlare del progetto Pesaro Challenge. Lo abbiamo sposato subito sia perché ci sembrava interessante sia perché coinvolgeva realtà sportive di ogni settore del territorio.
Inizialmente ci erano state richieste 5 persone, poi l’evento si è allargato e siamo arrivati a 6.
Quest’anno ci sarà una novità però…
Si esatto, oltre alla collaborazione inerente il personale, abbiamo pensato, da quest’anno, di fare dei veri e propri corsi di sopravvivenza visto che il nostro è un territorio (anche) collinare e dunque il San Bartolo si addice per questo tipo di avventure per persone che vanno dai 18 fino ai 60 anni.
Faremo dei corsi che spiegheranno come avventurarsi in determinati percorsi, che aiuteranno a capire cosa si può fare e quando, come comportarsi se non si ha dell’acqua, strumenti, telefoni… Daremo insomma delle linee guida per le persone che vogliono affrontare questo tipo di percorso mettendo a loro disposizione un personale qualificato che viene da Roma e che fa questo tipo di attività. Inoltre, a chi si iscriverà, daremo anche una maglietta e dei gadget come ricordo per l’avventura vissuta con noi.